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Full text of "La Donna di marmo ossia Il Capriccio e la moda ballo allegorico fantastico inun prologo e sei atti"

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LA  DONNA  DI  MARMO 


OSSIA 

IL  CAPRICCIO  E  LA  MODA 

BALLO   ALLEGORICO  FANTASTICO 
IN  UN  PROLOGO  E  SEI  ATTI 

DEL    COREOGRAFO 

Cesare  Oecclietti 

i 

Musica  del  Maestro 
GIOVANNI    CHITI 

RAPPRESENTATO 

AL  R.  TEATRO  PRINCIPE  UMBERTO 

NELLA  STAGIONE  ESTIVA  1872 


**g^0!2z>" 


FIRENZE 

TIPOGRAFIA   FIORETTI 

1872. 


Tasto  la  Musica  che  il  Ballo  sono  di  proprietà 
del  Coreografo  Cesare  Cecchetti. 


Avvertenza. 


Il  concetto  fondamentale  a  cui  $'  informa  il  pre- 
sente Ballo  è  tratto  dalla  ben  nota  commedia  del  Ca- 
valier  Avelloni,  intitolata  Le  Vertigini  del  Secolo. 

Questo  apprezzabile  lavoro  mi  servì  di  guida  nel" 
V  azione  Mimo-Danzante  che  oggi  umilmente  offro  al 
pubblico,  e  nella  quale  procurai  portare  quelV  inte- 
resse  e  quell'effetto  scenico,  che  convengonsi  ad  ogni 
rappresentazione  teatrale.  Se  nella  mia  insufficienza 
avrò  commesso  qualche  errore,  il  colto  ed  intelligente 
pubblico  saprà,  spero,  compatirmi,  e  vorrà  in  pari 
tempo  concedermi  quel  cortese  appoggio  di  cui  mi  fu 
sempre,  e  largamente  benigno . 

Maggio  1872. 


CESARE  CECCHETTL 


NEL  PROLOGO.  —  La  Visione.  Grafi  Ballabile,  ese- 
guito dalla  prima  Ballerina  signora 
Pia  Cecchetti,  in  unione  alla  prima 
Mima  assoluta  signora  Silene  Righi, 
alla  prima  Ballerina  Italiana  signora 
Giuseppina  Engelmayer,  ed  al  corpo 
di  tutte  1q  altre  Ballerine. 

NELL'ATTO  1°,  —  Il  Capriccio  'e la  Moda.  Scherzo 

di  seduzione  eseguito  dai  primi  Bal- 
lerini sigg.  Pia  ed  Enrico  Cecchetti. 

NELL'ATTO  2°.  —  La  Toelette.  Adagio,  eseguilo  dai 

primi  Ballerini  suddetti,  e  dal  corpo 
di  Ballo. 

L'Allegorie.  Marcia  danzante  e  Bal- 
labile, eseguito  dal  Corpo  di  Ballo. 
Gran  Passo  a  Due  serio,  composto 
ed  eseguito  dal  primo  Ballerino  as- 
soluto sig.  Enrico  Cecchetti,  in 
unione  alia  prima  Ballerina  assoluta 
signora  Pia  Cecchetti. 

La  Frenesia.  Ridda,   eseguita  dal 
Corpo  di  Ballo. 

NELL'ATTO  4°.  —  Gran  Ballabile  popolare,  ese- 
guito dal  Corpo  di  Ballo,  ed  in  cui 
prende  parte  la  prima  Ballerina  Ita- 
liana signora  Giuseppina  Engelmayer. 


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Personaggi    .  Attori 


Frine,  statua  dovuta  allo 

scalpello  di  Fidia   .     .  Siga  Silene  Righi 
Fidia,  scultore  greco.,     .  Sig.  Luigi  Manzotti 
Diogene,  filosofo    .     .     .      »    Giovanni  Morirti 
Gorgias,    ricco    proprie* 

tario •    »    Antonio  Rubiola 

La  Venere  di  Guido.     .  Siga  Pia  Cecchetti 

Cupido »     Giuseppina  Engelmayer 

Ahmed,  schiavo,     .     .     .  Sig.  Antonio  Barni 
Allievi  di  Fidia,  Schiave  Greche,  Ninfe,  Le  Grazie. 

L'  azione  è  in  Atene  —  Epoca  di  Alessandro 

il  Macedone. 

Un  vago  giardino  —  Nel  mezzo  un  padiglione  che 
serve  di  laboratorio  a  Fidia,  chiuso  da  tende. 
Da  un  lato  una  botte.  Sono  sparsi  per  la  scena 
abbozzi  di  scultura,  ed  arnesi  necessari  all'arte. 
Una  piccola  statuetta  è  sul  suo  piedistallo  in  mez- 
zo alla  scena. 

Fidia,  il  celebre  scultore  lavora  intorno  ad  una 
statuetta,  circondato  da  suoi  allievi  che  contempla- 
no attentamente  l'opera  del  loro  maestro.  Un  sorriso 
di  compiacenza  infiora  le  labbra  del  Greco  scultore.. 
Ancora  un  colpo  di  martello,  e  la  bella  statuetta  è 
terminata.  Fidia  è  incerto,  la  sua  mano  vorrebbe  ac- 
cingersi alla  impresa;  ma,  quasi  che  la  sua  mente  fos- 
se preoccupata  da  un  altro  pensiero,  cade  in  un  prò  * 
fondo  abbattimento.  Gli  scolari  si  guardarono  silen- 
ziosi. 

Apparisce  Diogene  il  cencioso  filosofo.  Tutti  si 
scuotono;  lo  sguardo  indagatore  del  cinico  fa  curvare 
a  tutti  la  fronte,  mentre  egli  passandoli  in  rassegna, 
guarda  tutti  ad  uno,  ad  uno  e  poi  spiegando  la  sua  in- 
divisibile lanterna  esclama:  Nessuno  di  costoro  è 
l'uomo  giusto!  Ed  avvicinandosi  a  Fidia    nel  vederlo 


6 

pallido  e  sconfortato,  ride  di  un  riso  beffardo.  Ma  ad 
un  tratto  pigliando  un  accento  dolce  ed  amoroso,  ba- 
cia lo  scultore  in  fronte,  e  gli  dice: 

—  Pazzo  !  tu  lavori  da  mattina  a  sera,  e  ritrai  dal 
marnai  le  più  belle  sembianze  e  le  piti  belle  forme 
umane,  ma  esse  non  ti  procacceranno  mai  ricchezze 
e  tesori.  Esse  sono  di  marmo,  e  non  hanno  la  vita. 
Fidia  si  scuote  e  lo  interroga  con  lo  sguardo;  la  vo- 
ce del  filosofo  par  che  sia  penetrata  nel  profondo 
del  di  lui  cuore. 

Diogene  gli  addita  il  padiglione  eretto  nel  mezzo 
del  Giardino  con  un  gesto  espressivo,  e  soggiunge 
ancora: 

—  Pazzo  !  Se  quelle  bellezze  fossero  animate,  il 
mondo  sarebbe  tuo  !  Così  dicendo  s'  allontana  e  va  a 
rinchiudersi  nella  botte. 

Fidia  congeda  i  suoi  allievi  e  appena  rimasto  so- 
lo, corre  ad  aprire  il  Padiglione  dove  apparisce  il 
gruppo  in  marmo,  rappresentante  Frine,  la  piti  bella 
donna  della  Grecia,  circondata  dagli  Amori,  e  dalle 
Grazie. 

Fidia  è  innamorato  dell'opera  sua.  Quel  sublime 
lavoro  deve  renderlo  immortale,  ed  egli  collo  sguar- 
do infuocato  contempla  la  vaga  immagine  di  Frine, 
che   fu  la  sua  ispirazione,  V  ideale  del  suo  pensiero. 

Lascia  ricadere  il  drappo  che  cuopre  la  statua, 
riflette  sulle  parole  del  filosofo,  e  si  asside  medita- 
bondo. A  poco,  a  poco,  il  sonno  si  aggrava  sulle  sue  pu- 
pille ed  il  sommo  artista  sogna. . .  il  suo  amore,  la 
la  sua  felicità,  la  sua  gloria.  Il  padiglione  si  spalanca, 
tutte  le  statue  prendono  umana  forma,  scendono  dal 
piedistallo,  ed  intrecciano  intorno  a  lui  vaghe  danze, 
pose  delizione,  in  modo  che  il  sogno  dello  scultore 
diviene  un  estasi  meraviglioso, 

Ad  un  tratto  il  sogno  sparisce  e  Fidia  si  sveglia 
bruscamente.  Il  filosofo  esce  nuovame  dalla  sua  bot- 
te e  vedendo  lo  scultore  immobile  e  perpleseo,  sem- 
bra dirgli: 

—  Quanto  ti  compiango! 

Ad  un  tratto  s'  ode  il  rumore,  come  di  una  disputa. 
Gli  allievi  di  Fidia  entrano  frettolosi  per  annunziare 
che  Gorgias   ricco  e  possente  signore    esigeva   dallo 


scultore  il  pagamento  dell'affitto   della   casa    da   lui 
abitata. 

Fidia  rimane  atterrito;  il  sommo  Fidia  non  tro- 
va ne'  suoi  scrignetti  neppure  una  moneta  da  dare 
al  vecchio  avaro,  che  s'  avanza  con  aria  di  disprezzo 
facendogli  gesto  di  uscire.  Fidia  prega  e  scongiura, 
promette  di  pagare  il  suo  debito  tostochè  abbia  ter- 
minata e  venduta  la  piccola  statua  intorno  a  cui 
lavora.  Gorgias  non  risponde,  ma  tutto  ad  un  trat- 
to rasserenandosi  dice: 

—  Tu  hai  una  statua  che  mi  si  dice  stupenda; 
suvvia  mostrami  l'opera  tua.  Fidia  acconsente,  alza 
le  cortine  del  padiglione,  e  pone  in  mostra  la  incan- 
tevole figura  di  Frine. 

—  Or  bene  !  esclama  Gorgias  sorpreso,  questa  sta- 
tua sarà  mia,  poiché  te  la  pago  al  di  là  del  suo  va- 
lore. E  prendendo  dal  cofano,  tenuto  da  uno  Schiavo 
una  borsa,  la  getta  a  Fidia  esclamando: 

Così  ambedue  siamo  sodisfatti! 

Lo  scultore  è  pallido  e  tremante,  si  getta  ai  pie- 
di del  vecchio,  lo  prega  e  supplica  acciocché  non 
gli  tolga  la  sua  creazione,  il  suo  pensiero,  l'amor  suo. 

Insensato!  gli  dice  Gorgias,  e  estraendo  dal  co- 
fano gemme,  perle,  collane,  e  dovizie  di  ogni  manie- 
ra, si  rivolge  alla  statua  e  domanda: 

—  Con  me,  o  con  lui? 

La  statua  solleva  un  braccio  e  addita  Gorgias... 

L' arte  fu  vinta  ;  oro  ed  ambizione  avevano  trion- 
fato! Fidia  nel  suo  delirio  afferra  il  martello,  spez- 
za la  statua  incompiuta  e  poi  cade  svenuto.  Gorgias 
sorride:  Diogene  sogghigna,  e  osservando   la   statua 

mormora  : 

Sono  tutte  così! 


8 

ATTO  PRIMO 


gi  Attori 


Rambaldo,  fìttaiolo    .     .  Sig»  Filippo  Senatori 
Ernesta,  sua  figlia    .     .  Siga  Silene  Righi 
Ranieri,  giovane  artista.  Sig.  Luigi  Manzotti 
II  Baronetto  di  Passy.      »    Carlo  Coppi 
La  Principessa  di  Roveri.  Siga  Carolina  Svochel 
La  Contessa  di  Evreux,      *    Mariella   Veneziani 
II  Contino  d'Àmiens.     .  Sig   Luigi  Buccioni 
Lord  Chantillon  ...      »    Pietro  De  Gasparis 

La  Moda Siga  Pia  Cecchetti 

Il  Capriccio Sig.  Enrico  Cecchetti 

La  Satira     .    ,     .     .    .      »    Pompeo  Merli 
Capo  Caccia.     ....      »    Antonio  Flamini 

La  scena  è  in  Bretagna,  nel  secolo  XVII. 

Una  modesta  cascina  presso  un  Villaggio,  e  vicino  ad 
un  Bosco,  Una  finestra  in  fondo.  Due  porte  la- 
terali. 

Il  Capriccio  come  spirito  maligno,  penetra  nel  mo- 
desto abituro  del  fìttaiolo  Rambaldo,  dove  egli  sa  di 
trovare  l'innocente  cuore  di  una  fanciulla  onde  farne 
/una  nuova  vittima  e  per  meglio  riuscire  nell'  impresa 
conduce  seco  in  aiuto  la  sua  fida  compagna  la  Moda, 
alle  attrattive  della  quale  mal  sanno  resistere  le  in- 
nocenti, ed  inesperte  giovinette.  Entrambi  concertano 
il  modo  di  rendersi  padroni  della  fanciulla,  e  già  si- 
curi della  vittoria,  godono  di  una  gioia  infernale. 

Ernesta  s'inoltra  leggera,  vispa  col  sorriso  sulle 
labbra  e  senza  nessun  timore  ;  ma  poi  trovandosi  alla 
presenza  di  dae  esseri  a  lei  sconosciuti,  tenta  sfug- 
girli, o  allontanarli  da  se.  Però  a  poco,  a  poco  la  va- 
rietà,  ì  colori  delle  loro  vesti,  le  loro  seduzioni,  la 
incantano,  la  esaltano  e  la  di  lei  fantasia  corre  di 
volo  nei  gran  mondo,  nei  piaceri;  e  già  una  cruda 
ambizione  la  invade.  Rambaldo  la  sorprende  in  quel 
punto  e  meravigliato  dello  strano  cambiamento  di  sua 
figlia  vuol  saperne  il  perchè  è  la  colma  di  rimproveri, 
e  di  minacce. 


9 

La  Principessa  di  Roven,  che  stava  cacciando  noi 
Bosco,  entra  per  ristorarsi  con  una  tazza  di  latte  nella 
Cascina  insieme  al  Baronetto  di  Passy,  e  ad  altri  Cac- 
ciatori del  suo  seguito. 

La  bellezza  di  Ernesta,  le  di  lei  forme  perfette 
colpiscono  il  Baronetto,  il  quale  a  sua  volta  desta  il 
Capriccio  in  quello  di  Ernesta,  la  quale  concepisce 
un  primo  desiderio,  un  pensiero  di  ambizione.  Durante 
il  pasto  frugale  della  Principessa,  Il  Capriccio,  e  la 
Moda,  scherzano  e  danzano  intorno  ad  Ernesta  ed  ai 
Baronetto,  destando  dispetto  o  gelosia  in  Ranieri,  il 
il  quale  da  gran  tempo  ama  Ernesta  e  che  finalmente 
stanco  dice  alla  comitiva  essere  la  giovinetta  sua  pro- 
messa sposa. 

Un  sol  gesto  di  Ernesta  fa  comprendere  al  Baro- 
netto i\xttd  la  sua  avversione  per  questo  matrimonio 
voluto  dal  padre,  e  quanto  ella  desideri  di  essere  li- 
berata dall'amore  dell'uno,  e  dalla  severa  autorità 
dell'altro.  La  Principessa  si  alza,  saluta  Rambaldo,  e 
sua  figlia,  alla  quale  fa  dono  di  un  ricco  anello  e  parte 
col  resto  della  comitiva.  Ranieri,  e  Rambaldo  la  se- 
guono dopo  avere  ordinato  ad  Ernesta  di  restare  in 
casa,  e  di  mettere  tutto  all'ordine.  Restata  sola  la 
fanciulla  contempla  l'anello  della  Principessa,  e  pensa 
alle  parole,  ed  agli  sguardi  d'amore  del  Baronetto: 
quando  ad  un  tratto  questi  comparisce  dinanzi  a  lei. 
Profittando  dell'assenza  di  Rambaldo,  e  di  Ranieri 
egli  dichiara  ad  Ernesta  tutto  il  suo  amore,  Le 
propone  una  fuga  dalla  casa  paterna,  le  promette  di 
amarla,  di  farla  felice  e  ricca,  e  di  vivere  sempre  vi- 
cino a  lei. 

L'idea  di  una  fuga  spaventa  sul  primo  Ernesta  ; 
ma  le  promesse  del  Baronetto,  l'istigazione  del  Ca- 
priccio, le  seduzioni  della  Moda,  le  attrattive  di  un 
avvenire  color  di  rosa  fanno  una  battaglia  nel  cuore 
della  giovinetta  che  dopo  una  breve  lotta  d'affetti,  si 
lascia  vincere  dall'ambizione.  Ella  cede  !  E  dando  un 
ultimo  addio  al  tetto  paterno,  si  da  in  braccio  al  Ba- 
ronetto per  andare  con  lui  a  vivere  nel  gran  mondo, 
fra  «7  Lusso,  i  Capricci,  e  la  Moda. 

La  satira  col  suo  occhialino  la  guarda,  ed  esclama 
ridendo:  Son  tutte  così! 


lo 

ATTO   SECONDO 


Personaggi  Attori 

Ernesta Siga  Silene  Righi 

Ranieri,  giovane  artista.  Sig.  Luigi  Manzoni 
Il  Baronetto  di  Passy.      »    Carlo  Coppi 

La  Moda Sig*  Pia  Cecchetti 


Il  Capriccio. 
La  Satira  . 
La  Follia  . 
L'Ambizione  . 
L'  Illusione 
Il  Raggiro   . 


.  Sig.  Enrico  Cecchetti 
»    Pompeo  Merli 

.  Siga  Giuseppina  Engelmayer 
»    Carolina  Svochel 
»    Mariella  Veneziani 

.  Sig.  Antonio  Barni 

La  Voluttà  -  La  Lussuria  -  I  Castelli  in  aria  ec.  ce. 


La  Bolgia  sociale.  Un  gran  salone  con  arcate  a  co- 
lonne e  gradinate  ornate  di  perle,    coralli,    oro  e 
pietre  preziose   I  Capitelli  gremiti  di  orologi,  fib- 
bie, e  smanigli.  Scrigni  ripieni  d'oro,  e  d'argen- 
to. Candelabri,  sofà,  toilettes,  cappelli  da  uomo,  e 
da  donna,  tuttociò   infine  che  può  appartenere  al 
lusso,  al  capriccio  ed  alla  moda.  Nel    mezzo  so- 
pra ad  un  piedistallo  in  fondo  alla  scena,  la  sta- 
tua della  Superbia  a  cavallo,  vestita    eroicamente 
con  i  flagelli  in  mano.  Innanzi  alla  statua  l'ara  ac- 
cesa dell'Orgoglio.   A  sinistra  un    Trono  con  due 
scranni. 

La  Voluttà,  le  Illusioni,  l'Ambizione  ecc.  sono 
sedute  avanti  alle  loro  ricche  toelette.  La  Moda,  il 
Capriccio,  la  Follia,  ed  i  Castelli  in  aria,  passeg- 
giano per  la  scena.  Un  armonioso  suono  di  dentro 
annunzia  l' arrivo  del  gran  Monarca  il  Fanatismo 
che  entra  preceduto  da  tutte  le  allegorie.  L1 Ambizio- 
ne, e  Ylllusione  conducono  alla  di  lui  presenza  la 
novella  alunna,  Ernesta,  riccamente  vestita,  con  al 
fianco  il  Baronetto  ed  altri  cortigiani.  Vien  con- 
dotta dinanzi  dell'ara  dell'  Orgoglio  dove  giura  di  dare 
un  addio  al  passato,  e  di  pensare  al  presente,  senza 
occuparsi  dell'avvenire.  Compiuta  la  cerimonia  comin- 
ciano le  Danze. 


11 

ATTO  TERZO 


Personaggi  Attori 


Ernesta 

Il  Baronetto  di  Passy 
Il  Contino  d'Amiens. 
Lord  Chantillon  .     . 

Ranieri 

La  Moda  ,  .  .  .  . 
Il  Capriccio.  .  .  . 
La  Satira    .    .    .    . 


Siga  Sileno  Righi 

Sig.   Carlo  Coppi 
»    Luigi  Buccioni 
»    Pietro  De  Oasparis 
»    Luigi  Manzotti 

Siga  Pia  Cecchetti 

Sig.  Enrico  Cecchetti 
»    Pompeo  Merli 


Un  elegante  Gabinetto  in  Casa  di  Ernesta.  Ricchi 
specchi  adornano  le  pareti  :  tavole,  sedie,  ed  altre 
suppellettili  di  un  lusso  straordinario.  Due  porte 
laterali,  una  nel  mezzo  in  fondo. 

Il  Capriccio  entra  subito  in  scena,  e  pare  che 
quell'appartamento  sia  ad  esso  molto  famigliare  Di 
fatti  egli  è  l'intimo  confidente,  il  cerimoniere  di  Er- 
nesta, la  quale  giunge  di  li  a  poco  in  abito  da  camera 
Il  Capriccio  la  conduce  avanti  allo  specchio,  e  le  fa 
mirare  le  sue  bellezze.  Il  Baronetto,  il  Contino  e  Lord 
Chantillon  giungono  poco  dopo  accompagnatldalla  Mo- 
da e  dalla  Satira  Ciascuno  fa  i  suoi  complimenti  alla 
bella  Ernesta,  e  indirizza  a  lei  parole  dolci,  cercando 
di  farsi  strada  al  di  lei  cuore  offrendole  qualche  re- 
galo. Ernesta  si  mostra  galante,  e  gentile  con  tutti, 
ma  nel  di  lei"  cuore  non  alligna  affetto  per  nessuno 

Il  giovane  Ranieri  fa  annunziare  che  desidera  di  ve- 
dere Ernesta  ed  ella  dapprima  non  vorrebbe  riceverlo, 
ma  ad  una  parola  del  Capriccio,  a  cui  pare  la  giovane 
obbedisca,  e  sia  schiava,  vi  acconsente.  Ranieri  entra, 
la  saluta,  le  siringe  la  mano  e  rammentando  ad  Ernesta 
le  tante  prove  del  suo  affetto,  la  scongiura  ad  uscir 
dal  precipizio  dove  è  caduta,  e  ritornare  alla  casa 
patema.  Ma  Ernesta  si  mostra  fredda  come  un  marmo 
alle  parole  di  Ranieri,  e  lo  prega  soltanto  a  lasciarla 
correre  del  suo  destino.  Ranieri  vorrebbe  a  viva  forza 
trarla  seco,  ma  l'arrivo  della  comitiva,  che  si  era  ri- 


12 

tirata,  minaccia  ringoiente  artista  e  lo  discaccia.  Il 
dispetto  di  Ranieri,  non  ha  più  freno:  egli  inveisce 
contro  di  tutti,  impreca  alla  società  ed  alla  corruzione, 
e  nel  colmo  della  sua  furia  strappa  le  decorazioni  che 
fregiano  i  petti  di  quei  signori  e  poi  le  lacera,  le  cal- 
pesta sotto  i  suoi  piedi  e  come  un  forsennato  s'allon- 
tana, inseguito  dal  Baronetto,  dal  Contino,  e  da  Lord 
Chantillon. 


ATT©  QUARTO 

Personaggi  Attori 

"  ■"  '  ■ 

Ernesta. Siga  Silene  Righi 

Ranieri,  giovane  artista.  Sig.  Luigi  Manzotti 
Rambaldo,  fittaiolo    .     .      »    Filippo  Senatori 
Fliders,    capitano    della 

marina  inglese  .    .     .      »    Antonio  Rubiola 
Fitz-James,  capitano    in 

seconda »     Giovanni  Morini 

Un  Pilota »    Antonio  Bar-ni 

Un  Ufficiale  russo  .    .      »    Antonio  Flamini 

Porto  di  mare  in  Inghilterra,  Una  nave  è  alla  riva, 
già  carica  di  merci,  e  sta  spiegando  le  vele  per 
la  partenza. 

Un  contiuuo  movimento  regna  sui  luogo.  Marinari, 
mercanti,  forestieri,  popolani,  ecc.  fanno  strepito  e 
confusione  per  ogni  dove.  Solo  in  un  canto  della 
piazza,  vedesi  un  giovane  pallido  e  tremante,  con  lo 
sguardo  fiero,  fìsso  sopra  una  carta  da  giuoco  per  la 
quale  pocanzi  ia  una  bisca  vicina,  ha  perduto  ogni 
suo  avere,  non  solo,  ma  giuocato  altresì  quanto  Er- 
nesta possedeva  Ernesta  dopo  la  scena  già  avvenuta 
era  fuggita  con  questo  giovane,  frequentando  tutte  le 
bische  e  le  sale  da  giuoco  e  trafugandosi  a  lui  II 
suono  di  bellici  strumenti,  e  gli  evviva  della  popola»» 
zione  che  saluta  Y  intrepido  Capitano  richiama  la  loro 
attenzione.  Intanto  hanno  luogo  le  Danze,  durante  le 
quali  il  giovane  fa  pratiche  col  Capitano,  desiderando 


13 

far  parte  della  spedizione,  e  tentare  la  fortuna  nello 
nuove  regioni.  Ernesta  vuol  seguirlo,  e  insieme  agli 
altri  forestieri,  sale  dietro  a  lui  sulla  nave. 

Il  vecchio  Rambaldo,  V  addolorato  padre  di  Er- 
nesta, avendo  udito  da  Ranieri  la  disperata  sorte  di 
sua  figlia,  corre  sulle  di  lei  tracce  e  la  vede  sulla  nave. 
Stende  a  lei  le  braccia,  poi  con  un  grido  di  dolore 
esclama  :  —  Io  1'  bo  perduta  per  sempre!  —  Ernesta 
ha  riconosciuto  il  padre;  in  un  istante  di  pentimento 
vorrebbe  arrestarsi,  correre  fra  le  di  lui  braccia,  ma 
non  è  più  in  tempo.  Un  colpo  di  cannone  annunzia 
che  l' ancora  è  levata,  e  la  nave  si  pone  in  movi- 
mento. 

Quadro. 


ATTO  QUIETI* 
Personaggi  Attori 

Ranieri,  giovine  artista    Sig.  Luigi  Manzotti 
Rambaldo,  fìttaiolo    .     .      »    Filippo  Senatori 
Il  Baronetto  di  Passy.      »     Carlo  Coppi 
Il  Contino  d'Àmiens,     .      *    Luigi  Buccioni 
Lord  Chantillon  ...      *    Pietro  De  Gasparis 
La  Contessa  di  Evreux.  Siga  Marietta   Veneziani 
La  Principessa  di  Roven.      »    Carolina  Svochel 
La  Moda  ......      »    Pia  Cecchetli 

La  Satira     .....  Sig.  Pompeo  Merli 

Un  piccolo  promontorio  presso  la  spiaggia  del   mare. 
Poco  lungi  da  esso  un  parco  per  le  corse. 

Rambaldo,  V  inconsolabile  padre  di  Ernesta,  s'ag- 
gira mesto  e  piangente  per  la  spiaggia,  fissando  di 
tratto,  in  tratto  lo  sguardo  verso  il  mare  per  vedere 
la  nave  che  solca  ¥  Oceano,  e  che  gì'  invola  per  sem 
pre  1'  unico  suo  tesoro,  la  diletta  figlia.  Ranieri  lo 
segue  sempre  d'  appresso,  e  cerca  consolare  l'infelice 
vecchio  con  parole  di  conforto,  e  di  speranza.  Ranieri 
promette  e  giura  che  lo  amerà  sempre  come  padre, 
che  non  si  allontanerà  mai  da  esso  ;  e  cercherà  riempire 
il  vuoto  lasciatogli  nel  cuore  per  l'abbandono  dell'in- 


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grata  figlia.  Le  grida  rumorose  di  gente  che  s'avvi- 
cina fanno  fuggire  Rambaldo  e  Ranieri  dietro  una 
nupe,  giacché  il  canuto  vecchio  desidera  nascondere 
a  tutti  la  propria  vergogna. 

Il  Baronetto  di  Passy  ;  la  Principessa  di  Roven,  la 
Contessa  d' Evreux  ed  altri  personaggi,  che  hanno  as- 
sistito alle  corse,  che  si  eseguiscono  nel  parco  di  là  poco 
distante,  giungono  sul  luogo  per  rallegrarsi  colla  vista 
del  mare.  Rambaldo,  e  Ranieri,  che  si  tengono  nascosti 
hanno  riconosciuto  la  comitiva,  e  piti  non  dubitano 
essere  quelli  gli  assassini  della  disgraziata  Ernesta. 
Rambaldo  si  presenta  a  loro,  e  con  fiero  aspetto  rim- 
provera loro  il  nero  tradimento  di  avergli  rapita,  e 
perduta  la  propria  figlia.  Impreca  al  Baronetto,  ed  ai 
suoi  infernali  compagni,  il  Capriccio,  e  la  Moda,  i  quali 
si  ridono  delle  smanie  del  vecchio.  La  Satira,  soltanto 
osserva  il  quadro  e  tace,  registrando  nel  suo  taccuino 
V  aneddoto.  Stanco  Ranieri  di  essere  impassibile  spet- 
tatore di  quella  scena,  provoca  il  Baronetto,  e  lo  sfida; 
ma  siccome  egli  rifiuta  di  battersi  con  un  plebeo,  come 
dice,  Ranieri  gli  fa  uno  sfregio  nel  viso.  A  tale  insulto 
il  Baronetto  mette  mano  alla  spada,  e  vibra  un  colpo, 
che  va  a  ferire  mortalmente  il  vecchio  Rambaldo  il 
quale  si  era  frapposto  onde  impedire  la  lotta.  Il 
rumore  chiama  sul  luogo  alcuni  pescatori  vicini,  che 
giungono  a  trascinar  via  il  furibondo  Ranieri,  ed  il 
morente  padre,  mentre  gli  altri  s' allontanano  per 
altra  via. 


ATTO  SESTO 


Personaggi  Attori 

Ernesta Siga  Silene  Righi 

L'interno  della  nave  sotto  coperta.  Ai  lati  le  cabine 
dei  passeggierL 

Ernesta  che  si  trova  abbandonata  da  tutti  è  in 
preda  ai  rimorso.  È  triste  ed  abbattuta,  e  si  vede  bene 
quant'ella  soffre 


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Il  Diuggito  del  vento,  e  della  burrasca  che  imper- 
versa orribilmente  strazia  viepiù  l'anima  sua. 

Il  movimento  della  nave  si  fa  piti  forte  ;  la  con- 
fusione cresce  nell*  equipaggio,  il  pericolo  di  un  nau- 
fragio si  fa  sentire.  Ad  un  tratto  la  nave  viene  spinta 
fra  gli  scogli,  e  i  massi  di  ghiaccio,  V  acqua  già  pe- 
netra nelle  cabine,  e  non  rimane  nessun  mezzo  di 
salvezza.  La  nave  a  poco  si  riempie  d' acqua,  e  cola 
a  fondo 

Tutta  la  fierezza  dell'adirata  elemento,  e  di  un 
deserto  ricoperto  di  nevi  e  di  ghiacci  si  mostra  in 
tutto  il  suo  nome. 

Le  onde  furiose  gettano  ad  un  tratto  sulla  spiaggia 
il  cadavere  di  una  donna.  E  quello  dell'  incauta  Er- 
nesta che  trovò  la  morte  in  quel  deserto  gelido,  come 
era  stato  sempre  gelido  e  deserto,  il  suo  cuore. 


Fine  del  Ballo*